Valdo Vinay

La Spezia 1906-Roma 1990

 

Vita e opere

Nasce in una famiglia di confessione evangelica. Dopo gli studi liceali si iscrive alla facoltà di Ingegneria, prima di passare, nel 1926, a Teologia. Dopo aver frequentato la Facoltà Valdese di Roma, trascorre un periodo a Bonn, dove conosce Karl Barth, divenendone discepolo e amico. Rientrato in Italia, lavora come candidato al ministero in diverse comunità e viene consacrato nel 1933. Dal 1932 al 1940 è a Fiume ed Abbazia. Nello stesso periodo, collabora attivamente alla rivista Gioventù Cristiana, diretta da Giovanni Miegge, informando tempestivamente sulle vicende della Chiesa Confessante in Germania. Nel 1940 è chiamato alla Facoltà Valdese di Teologia, dove insegna Storia del cristianesimo e teologia pratica.

Come teologo, Vinay ha un temperamento sistematico, ma prende estremamente sul serio il suo incarico come storico, acquisendo competenze paleografiche e archivistiche. Come Direttore della Biblioteca della Facoltà, le conferisce una qualità scientifica di ottimo livello e, conseguito il diploma di biblioteconomia presso la Biblioteca Vaticana, dirige egli stesso la classificazione, secondo una struttura in buona parte oggi ancora in vigore. Ottimo organizzatore, Vinay intreccia una fitta rete di relazioni che inseriscono la Facoltà in un ampio circuito protestante internazionale. Egli stesso collabora con diverse istituzioni ecumeniche, acquisisce vasta notorietà europea e riceve diversi dottorati honoris causa(Basilea, Jena, Praga).

Come storico, Vinay si occupa evidentemente della Riforma del XVI secolo, ma dedica molte energie anche all’Ottocento protestante in Italia. Infaticabile è l’opera come traduttore, in particolare di Lutero, ma anche di Calvino e di Karl Barth. L’attività strettamente scientifica si associa strettamente a quella pastorale e di formazione. Come professore di teologia pratica, Vinay, egli stesso eccellente predicatore, istruisce personalmente i futuri pastori e li coinvolge in un’opera di evangelizzazione in Ciociaria, che culmina nella costituzione di due piccole comunità, Ferentino e Colleferro.

Valdo Vinay segue con grande partecipazione le vicende cattoliche legate al Concilio Vaticano II, che considera foriero di un vero e profondo rinnovamento evangelico. A partire dalla seconda metà degli anni Sessanta, il teologo si dedica a un intenso dialogo con il mondo cattolico e partecipa agli anni costitutivi della Comunità di S. Egidio a Roma, che considera una vera e propria casa spirituale, nonché del Segretariato Attività Ecumeniche, costituito dalla laica cattolica Maria Vingiani. Egli è il primo teologo valdese a tenere corsi, come professore ospite, in un ateneo cattolico, il S. Anselmo di Roma. Tale atteggiamento ecumenico non è condiviso dall’altro teologo protestante italiano di spicco, Vittorio Subilia. Nonostante siano entrambi legati all’eredità di Karl Barth e a quella di Giovanni Miegge e condividano una concezione fortemente ecclesiale della teologia, Vinay e Subilia faticano a intendersi, malgrado l’intervento di numerosi amici ed estimatori comuni.

Pur dichiarandosi politicamente di sinistra (come il fratello Tullio, anch’egli pastore valdese, che nel 1976 entrerà in Parlamento come indipendente nelle liste del PCI), Vinay non apprezza la ricezione del Sessantotto nel protestantesimo italiano, ritenendo di scorgere in essa una commistione indebita tra fede e politica. 

 

Il pensiero sulla religione

Con Valdo Vinay, l’orientamento teologico barthiano entra massicciamente alla Facoltà Valdese, dove continuerà, certo in forme diverse, ad esercitare una considerevole influenza, fino ad oggi. Quello di Vinay è un barthismo che si potrebbe definire di stretta osservanza, che condivide anche le avversioni del teologo di Basilea, come quelle per Emil Brunner prima e per Rudolf Bultmann poi. L’interesse per Barth è accompagnato da una profonda conoscenza di Lutero: come Miegge, Subilia, e i loro discepoli alla Facoltà Valdese, anche Vinay incarna un tipo di teologia calvinista che integra senza complessi il pensiero del riformatore tedesco.

L’interesse storiografico di Vinay per l’Ottocento (confluito nei volumi sugli Evangelici italiani esuli a Londra, su Luigi Desanctis e anche nel controverso terzo volume della Storia dei Valdesi, che esamina il periodo successivo al 1848) in Italia si spiega ricordando che tale stagione ha visto una certa espansione del protestantesimo nel nostro paese, parallela al Risorgimento e all’unificazione nazionale, contro la resistenza opposta dal papato. È dunque nell’Ottocento che si plasma una specifica identità anche teologica del protestantesimo italiano, radicata nella tradizione evangelica europea, ma inserita nel contesto nazionale. Tra le opere più importanti va segnalato il volume su La Riforma protestante, che per molti anni costituisce il manuale italiano classico sul tema. Lo scrupolo nella preparazione delle lezioni si traduce in un elevato numero di dispense, largamente inedite. Molte di esse riguardano la teologia pratica (omiletica, liturgica, cura pastorale, catechetica): Vinay propone un insegnamento decisamente orientato alla scuola barthiana, su questi temi incarnata da Eduard Thurneysen.

Dopo il Vaticano II, Vinay ritiene che il protestantesimo italiano abbia in qualche modo esaurito la propria spinta e che la sua vocazione consista nello stimolare il rinnovamento in senso evangelico della Chiesa cattolica. Tale tesi, espressa con chiarezza in una nota conclusiva del volume sulla Chiesa Valdese nell’Ottocento e nel Novecento, non è fatta propria dalla Chiesa valdese nel suo insieme: l’ultimo Vinay costituisce dunque una figura certamente molto stimata e anche amata, ma al tempo stesso abbastanza isolata nella sua chiesa. Anche il suo celebrato dono di predicazione si esercita, negli anni della vecchiaia, soprattutto nell’ambito della Comunità di S. Egidio.

Fulvio Ferrario

 

Bibliografia

Scritti principali

  • La dottrina di Dio nella teologia di C. Barth, Torre Pellice 1942
  • L'uomo nel pensiero di Lutero e la crisi della società odierna, Torre Pellice 1949
  • I due regni nella teologia di Lutero, Torre Pellice 1950
  • Facoltà Valdese di teologia (1855-1955), Torre Pellice 1955
  • Ernesto Buonaiuti e l'Italia religiosa del suo tempo, Torre Pellice 1956
  • Evangelici italiani esuli a Londra durante il Risorgimento, Torino 1961
  • Il Concilio Vaticano II in una visuale protestante italiana, Torino 1964
  • Luigi Desanctis e il movimento evangelico fra gli italiani durante il Risorgimento, Torino 1965
  • La Riforma protestante, Brescia 1970; 19822
  • Ecclesiologia ed etica politica in Giovanni Calvino, Brescia 1973
  • Storia dei valdesi. Dal movimento evangelico italiano al movimento ecumenico (1848-1975), (vol. III), Torino 1980
  • Commenti ai Vangeli, Brescia,1992

Principali curatele

  • K. Barth, Filosofia e rivelazione, Milano
  • M. Lutero, Scritti religiosi, Bari 1967
  • Le confessioni di fede dei Valdesi riformati, Torino, 1975
  • G. Calvino, Il Catechismo di Ginevra (1537), Torino 1983; 20182

Scritti sull'autore

  • Coisson, R., Valdo Vinay – Maestro di pastori e predicatori, “Protestantesimo” 47 (1992), pp. 202-207
  • Ferrario, F., Zwischen philosophischem Existentialismus und katholischer Theologie. Kleine (Vor)geschichte der Barth Rezeption in Italien, in B. Dahlke, H.-P. Großhans (Hrsg.), Ökumene im Denken. Karl Barths Theologie und ihre konfessionelle Rezeption, Evangelische Verlagsanstalt, Leipzig, 2020, pp. 73-91
  • Gnocchi, M., Io non mi vergogno dell’evangelo, „Protestantesimo“ 76 (2021), pp. 245-252
  • Gonnet, G., In ricordo di Valdo Vinay (1906-1990), „Bollettino della Società di Studi Valdesi“, n. 169, dicembre 1991, pp. 144-152
  • Löhrer, M., Vinay visto dall’Aventino, “Protestantesimo” 47 (1992), pp. 208-213
  • Ricca, P., Valdo Vinay 1906-1990. La vita, le opere, la fede, “Protestantesimo”, 46 (1991), pp. 2–40
  • Ricca, P., Valdo Vinay: teologo valdese e pioniere dell’ecumenismo in Italia a cento anni dalla nascita, “Protestantesimo” 62 (2007), pp. 73-84
  • Ricca, P., Valdo Vinay teologo, “Protestantesimo” 76 (2021), 237-242
  • Rochat, G., La storia valdese contemporanea: problemi di interpretazione e prospettive di ricerca, in “Gioventù Evangelica” 31 (1981), n. 72, pp. 5-12. 
  • Rostagno, S., La Facoltà Valdese di Teologia dal 1922 al 1976. Rapporti con la cultura, in M. Belardinelli, P. Stella (Edd,), La comunità Cristiana di Roma. Vol. 3La sua vita e la sua cultura tra età moderna ed età contemporanea, Libreria Editrice Vaticana, Roma, 2002, pp. 415-428
  • Selge, K.V., Valdo Vinay, storico della Riforma e della Chiesa Evangelica in Italia, “Protestantesimo” 47 (1992), pp. 178-201
  • Soggin, J.A. – Soggin Vöchting, A., Valdo Vinay e la Biblioteca della Facoltà, “Protestantesimo” 47 (1992), pp. 214-218
  • Vingiani, M., Valdo Vinay e il SAE, “Protestantesimo” 47 (1992), pp. 219-221