Luigi Pareyson
Vita e opere
Luigi Pareyson si forma all’Università di Torino avendo come docenti, tra gli altri, Gioele Solari e Augusto Guzzo con il quale si laurea nel 1939 con una tesi su Karl Jaspers. Attivamente impegnato durante la Resistenza nel Partito d’Azione piemontese, nel 1951 diventa professore ordinario di storia della filosofia presso l’università di Pavia e dal 1952 titolare di estetica presso l’università di Torino, incarico che mantiene fino al 1964, quando succede a Guzzo sulla cattedra di filosofia teoretica, disciplina che insegna fino al 1988. Dal 1956 al 1984 dirige la “Rivista di estetica” e nel 1985, insieme ai colleghi Giuseppe Riconda e Valerio Verra, fonda l’“Annuario filosofico”. Attorno a Pareyson - amico, tra gli altri, di Norberto Bobbio, Augusto Del Noce, Xavier Tilliette e Alberto Caracciolo - si forma un ampio e qualificato gruppo di allievi tra i quali si possono ricordare Umberto Eco, Gianni Vattimo, Sergio Givone, Francesco Moiso, Ugo Perone, Claudio Ciancio, Diego Marconi, Maurizio Pagano, Aldo Magris e Marco Ravera.
Nella sua ricerca Pareyson contribuisce innanzitutto a diffondere, tra i primi in un’Italia allora dominata dal neoidealismo, la filosofia dell’esistenza tedesca e francese (v. KJ e SE) e indaga poi la filosofia classica tedesca con studi fondamentali su Fichte (v. FI) e Schelling (v. SC), considerati nella loro autonomia e originalità rispetto al pensiero hegeliano. Come studioso di estetica approfondisce il pensiero kantiano, romantico e idealistico (v. ET) e propone un’autonoma teoria estetica (v. EF) centrata, in chiave anticrociana, sulla nozione di formatività intesa come “un fare che mentre fa inventa il modo di fare”. In rapporto organico con la sua ricostruzione storiografica e con la sua elaborazione estetica Pareyson concepisce anche - in dialogo, in particolare, con Plotino, Pascal, Schelling, Kierkegaard, Dostoevskij, Barth e Heidegger - una prospettiva teoretica che lo porta a trarre dall’esistenzialismo una filosofia della persona delineata prima in un personalismo ontologico (v. EP), denotante la persona come rapporto con l’essere, e poi in un’ontologia dell’inesauribile (v. VI), cui è sottesa una concezione dell’essere inteso come origine infinita di interpretazioni e che egli approfondisce da ultimo in un’ontologia della libertà (v. OL), ponente la libertà al centro stesso dell’essere.
Dopo la morte del filosofo si è costituito nel 1995 presso l’Università di Torino e per iniziativa di alcuni allievi e amici il Centro Studi filosofico-religiosi “Luigi Pareyson”, il cui scopo è quello di promuovere iniziative scientifiche ed editoriali connesse con gli ambiti della ricerca pareysoniana. Il Centro (il cui attuale presidente è Claudio Ciancio) è anche fornito di una biblioteca che raccoglie opere di e su Pareyson e di un ampio fondo archivistico sulla sua attività didattica e di ricerca il cui inventario è consultabile al seguente indirizzo: http://www.pareyson.unito.it/Inventario_totale-senza-appendice-per-sito.pdf.
Il pensiero filosofico-religioso
L’articolazione del rapporto tra la filosofia e la religione cristiana costituisce un elemento costante del pensiero di Pareyson, anche se nelle differenti fasi della sua riflessione egli la configura con una diversità di accenti e di rimandi.
A questo proposito va anzitutto chiarito che, secondo la sua prospettiva esistenzialista, la “filosofia cristiana” si identifica con la “filosofia d’un cristiano” (FV, 7) proprio perché alla base di ogni filosofia si trova una scelta (religiosa o mondana) che indica la sua condizionalità storica e che essa è chiamata a riconoscere criticamente. Pareyson afferma di aver optato per la fede cristiana, che egli concepisce come “di per sé ancipite” in quanto può essere considerata da una prospettiva religiosa come “dono di Dio” e da una prospettiva filosofica come “atto dell’uomo”. In questa luce “ciò che religiosamente è un possesso può filosoficamente essere una ricerca” (VI, 197) perché la fede nel suo versante umano ha un carattere opzionale che la filosofia deve indagare e chiarire.
In riferimento a ciò il personalismo ontologico sottende una concezione dell’essere come irrelatività che si fa dono e cioè relazione, una relazione che costituisce la persona chiamata in una scelta per o contro l’essere a ribadire o rifiutare questo suo essenziale rapporto ontologico. L’ontologia dell’inesauribile implica poi una concezione ermeneutica secondo cui la verità è fonte infinita di interpretazioni in ognuna delle quali è presente tutta anche se nella sua infinità. Per questo tra verità e interpretazione si instaura un nesso di presenza e ulteriorità e di identità senza confusione che Pareyson considera anche in rapporto alla nozione di incarnazione. In questa luce la filosofia che parla del dono, della scelta e dell’incarnazione è già innervata da un’ispirazione religiosa cristiana, anche se in EP e in VI Pareyson sembra maggiormente interessato a mostrare l’autonomia della filosofia e i limiti di una religione che esclude ogni rapporto con essa.
In OL invece egli intende evidenziare di più i rischi di una filosofia che - senza riferimento alla religione - ha esaminato non adeguatamente nella sua storia le questioni esistenziali della libertà (intesa solo in senso etico) e del male (concepito solo come privazione), le quali - nella loro fattualità - non possono essere dedotte da una ragione dimostrativa, ma possono essere solo narrate all’interno del mito, inteso come “il rivelarsi della verità nel livello originario della coscienza” (all’interno del quale religione, arte e filosofia sono ancora indistinti) e nei “racconti più specificamente religiosi” [Ferretti, 2002]. La filosofia è intesa così da Pareyson come ermeneutica del mito religioso e dei suoi simboli, interpretati anche in riferimento al paradosso e all’analogia (cfr. Ghisleri, 2014). Una tale ermeneutica - distinta, tra l’altro, dalla teologia (rivolta solo alla comunità ecclesiale e avente come fine l’indagine razionale dell’esistenza di Dio) e dalla filosofia della religione (focalizzata solo sulla differenza tra filosofia e religione e non anche sulla loro comune origine mitica la quale permette alla filosofia di tornare criticamente sulla religione all’interno della feconda “tensione d’un dialogo”) - intende, in particolare, essere una interpretazione filosofica del cristianesimo, che si prefigge di chiarire la potenziale universalità dei suoi contenuti, capaci per Pareyson di sollecitare l’interesse se non il consenso anche dei non credenti.
Se ora richiamiamo alcuni tra i principali contenuti di tale ermeneutica (compiuta in riferimento ad alcuni passi biblici considerati anche in rapporto ad autori quali Schelling e Dostoevskij), possiamo dire che per Pareyson l’esperienza religiosa non ha nulla a che fare con un Dio, così frequente nella storia della filosofia, inteso come essere necessario e immobile, bensì con un “Dio vivente” e dinamico che si presenta all’uomo come volontà pura e libertà originaria. Tale libertà originaria - secondo cui Dio è e fa ciò che vuole (in riferimento a ciò è interpretato, tra l’altro, Es. 3,14) - è compresa come inizio e scelta.
È inizio assoluto perché non ha nulla che la preceda (in ciò risiede la sua abissalità, connessa da Pareyson con le “profondità divine” di cui parla la Scrittura) ed è scelta originaria (a ciò è connessa la sua ambiguità) perché ha deciso di porsi in essere (in ciò consiste il bene) potendo optare per il non essere (identificato con il male). In questa luce Dio nello stesso istante pone e discrimina l’alternativa: solo in questo modo infatti tale scelta è autentica perché Dio sceglie effettivamente il bene in alternativa con il male, anche se tale alternativa non può precedere la scelta altrimenti Dio non sarebbe inizio assoluto. Proprio per questo il bene è ciò che è stato scelto da Dio, mentre il male è pura possibilità, mai diventata realtà (solo in relazione a ciò - e lontano quindi da ogni dualismo manicheo - Pareyson parla del “male in Dio”). Egli è però consapevole - in rapporto, tra l’altro, a Is. 45, 7 in cui Dio dice di sé: “ego Dominus, faciens pacem et creans malum” - che il male, nella infinita scandalosità con cui si presenta nella storia, va considerato come un atto positivo di distruzione, la cui origine ultima non può essere trovata nell’uomo (incapace di creare sia il bene sia il male) ma va ricercata in Dio stesso. Il male presente in Dio come possibilità diventa realtà con l’uomo (che ne è quindi l’autore, anche se non l’origine). Dopo essere stato creato da Dio infatti l’uomo nel suo primo atto di libertà ha scelto il male (in ciò risiede il peccato originale) introducendolo nella realtà. L’unico modo per sconfiggerlo consiste nell’accettare liberamente la sofferenza che ne deriva in rapporto all’azione di Dio che si è fatto uomo per redimere il peccato presente nel mondo (in proposito Pareyson fa riferimento anche a 2 Cor. 5, 21 e a Gal. 3, 13) e che chiama l’uomo (sulla scia, tra l’altro, di 1 Pt 2,19) a soffrire con Lui. Il cuore della realtà è allora tragico e dolorante perché la via alla gioia - che troverà il proprio culmine nell’escatologia di cui Pareyson parla in alcuni istruttivi frammenti (cfr. OL, 295-345 in rapporto anche a Is. 11, 6-9 e Ap. 21, 4) - è segnata dalla sofferenza.
Il cristianesimo tragico pensato da Pareyson intende così liberarsi sia dalla teodicea che cancella il male sia dall’ateismo (e dal nichilismo ad esso sotteso) che cancella Dio, dal momento che esso implica l’inseparabilità tra Dio e il negativo nel senso che “l’esperienza del male è il miglior accesso a Dio”. Infatti il “male è impensabile senza Dio, ch’è il termine della trasgressione in cui esso consiste e il principio della redenzione di cui esso necessità” (OL, 227). Proprio per la sua radicalità, lontana da ogni consolazione, una tale interpretazione del cristianesimo non lascia tranquilli e continua a interrogare anche il pensiero filosofico-religioso.
Luca Ghisleri
Bibliografia
Opere principali
- La filosofia dell’esistenza e Carlo Jaspers, Napoli 1940; nuova edizione con aggiunte Karl Jaspers, Casale Monferrato 1983 (ristampa, Genova 1997) [KJ].
- Studi sull’esistenzialismo, Firenze 1943; nuova edizione con aggiunte Firenze 1950 (più volte ristampato) [SE].
- Esistenza e persona, Torino 1950; molte edizioni rimaneggiate: Torino 19602, 19663, 19704; Genova 19855; ultima edizione Genova 1992 (con ristampa 2002) [EP].
- Fichte, Torino 1950; nuova edizione con alcun aggiunte Fichte. Il sistema della libertà, Milano 1976 [FI].
- L’estetica dell’idealismo tedesco (Kant, Schiller, Fichte), Torino 1950; ristampata parzialmente con aggiunte in due volumi separati: L’estetica di Kant, Milano 1968; Etica ed estetica in Schiller, Milano 1983 [ET].
- Estetica. Teoria della formatività, Torino 1954; nuova edizione con rimaneggiamenti Bologna 1960; ristampa Milano 1996 (trad. rum. Estetica: teoria formativităyii, Bucureʂti 1977; trad. franc. Esthétique: théorie de la formativité, Paris 2007) [EF].
- Verità e interpretazione, Milano 1971 (trad. ingl. Truth and Interpretation, Albany 2013) [VI].
- Schelling. Presentazione e antologia, Torino 1975 [SC].
- Filosofia e verità (intervista a cura di M. Serra), in «Studi cattolici» 193, 1977, pp. 5-13 [FV].
- Filosofia dell’interpretazione. Antologia degli scritti a cura di M. Ravera, Torino 1988.
- Dostoevskij. Filosofia, romanzo ed esperienza religiosa, a cura di G. Riconda e G. Vattimo, Torino 1993.
- Prospettive di filosofia contemporanea, a cura di A. De Maria, Milano 1993.
- Ontologia della libertà. Il male e la sofferenza, a cura di G. Riconda e G. Vattimo, Torino 1995 (trad. franc. Ontologie de la liberté, Paris 1998) [OL].
- Persona e libertà, a cura di G. Riconda, Brescia 2011.
- Sono in corso di stampa, a cura del Centro Studi filosofico-religiosi Luigi Pareyson di Torino e presso l’editore Mursia di Milano, le Opere complete in 39 volumi.
- Volumi usciti:
- Essere, libertà, ambiguità (1982-1990), a cura di F. Tomatis, 1998, vol. 19
- Kierkegaard e Pascal (1965-1971), a cura di S. Givone, 1999, vol. 13
- Problemi dell’estetica. II. Storia (1949-1971), a cura di M. Ravera, 2000, vol. 11
- Studi sull’esistenzialismo (1938-1948), a cura di C. Ciancio, 2001, vol. 2
- Estetica dell’idealismo tedesco. III. Goethe e Schelling (1957-1987), a cura di M. Ravera, 2002, vol. 9
- Estetica dell’idealismo tedesco. I. Kant e Schiller (1949-1984), a cura di U. Perone, 2005, vol. 7
- Iniziativa e libertà (1941-1969), a cura di F. Tomatis, 2007, vol. 3
- Interpretazione e storia (1939-1979), a cura di A. De Maria, 2007, vol. 14
- Verità e interpretazione (1965-1971), a cura di G. Riconda, 2008, vol. 15
- Problemi dell’estetica. I. Teoria (1946-1963), a cura di M. Ravera, 2009, vol. 10
- Fichte. Il sistema della libertà (1950-1976), a cura di C. Ciancio, 2011, vol. 5
- Estetica dell’idealismo tedesco. II. Fichte e Novalis (1950-1972), a cura di G. Garelli e F. Vercellone, 2014, vol. 8
- Prospettive di filosofia moderna e contemporanea (1945-1985), a cura di F. Tomatis, 2017, vol. 16
- Volumi previsti:
- 1. Jaspers (1939-1948); 4. Esistenza e persona (1943-1984); 6. Estetica. Teoria della formatività (1950-1954); 12. Problemi dell’estetica III. Conversazioni (1946-1972); 16. Prospettive di filosofia contemporanea I. Fichte e Schelling (1945-1985); 17. Prospettive di filosofia contemporanea (1943-1989); 18. Dostoevskij (1967-1991); 20. Ontologia della libertà (1978-1991); 21-28. Quaderni I-VIII (1928-1991); 29-30. Epistolario I-II (1937-1991); 31-34. Traduzioni I-IV (1945-1975); 35-38. Lezioni I-IV (1935-1983); 39. Indici.
Scritti sull’autore e sul suo pensiero religioso
- Bartoli G., L’interpretazione del diritto nella prospettiva estetica di Luigi Pareyson, Torino 2010.
- Bellocci A., Implicanza degli opposti, aporia dell’identico. Luigi Pareyson interprete di Karl Barth, Roma 2012.
- Blanco Sarto P., Hacer arte, interpretar el arte: estética y hermenéutica en Luigi Pareyson, Pamplona 1998
- Ciancio C., Il male e la sofferenza in Pareyson. Un’interpretazione filosofica di Dostoevskij, in Pieretti A. (a cura di), Giobbe: il problema del male nel pensiero contemporaneo, Assisi 1996, pp. 109-135.
- Id., Pareyson e l’esistenzialismo, in «Annuario filosofico» 14, 1998, pp. 449-462.
- Id., Pareyson, in Id., Libertà e dono dell’essere, Genova 2009, pp. 105-108.
- Ciglia F.P., Ermeneutica e libertà. L’itinerario filosofico di Luigi Pareyson, Roma 1995.
- Conti E., La verità nell’interpretazione. L’ontologia ermeneutica di Luigi Pareyson, Torino 2000.
- De Carolis F., Tenebre e luce. Luigi Pareyson e l’ontologia della libertà, Campobasso 2016.
- Di Chiara A., L’iniziativa. Il percorso etico di Luigi Pareyson, Genova 1999
- Di Nino M.C., La dialettica della libertà nell’ermeneutica di Luigi Pareyson: un dialogo con Hegel, Vercelli 2007.
- Ferretti G., Fenomenologia e ontologia della libertà nell’itinerario di Luigi Pareyson, in Coda P. - Lingua G. (a cura di), Esperienza e libertà, Roma 2000, pp. 227-270.
- Id., Filosofia come ermeneutica dell’esperienza religiosa in Luigi Pareyson, in Id., Filosofia e teologia cristiana. Saggi di epistemologia teologia. II. Figure, Napoli, 2002, pp. 117-150.
- Finamore R., Arte e formatività. L’estetica di L. Pareyson, Roma 1999.
- Gensabella Furnari M., I sentieri della libertà. Saggio su Luigi Pareyson, Milano 1994.
- Ghisleri L., Inizio e scelta. Il problema della libertà nel pensiero di Luigi Pareyson, Torino 2003.
- Id., Pareyson e la Bibbia, in Bartolomei M. C. (a cura di), La filosofia e il Grande Codice. Fissità dello scritto - Libertà del pensiero, Torino 2012, pp. 257-291.
- Id., Il simbolo nel pensiero di Luigi Pareyson, in Bartolomei M.C. (a cura di), L’interrogazione del simbolo, Sesto San Giovanni (MI) 2014, pp. 135-159.
- Giornata pareysoniana, in «Annuario filosofico» 12, 1996, pp. 7-50 (con interventi di G. Riconda, M. Ruggenini, C. Ciancio, C. Vigna, U. Perone).
- Longo R., L’abisso della libertà. Ermeneutica e pensiero tragico in Luigi Pareyson, Milano 2000.
- Marino F., L’esplicito inesauribile. Pareyson e la storiografia filosofica, Sesto S. Giovanni (MI) 2015.
- Musaio M., Interpretare la persona. Sollecitazioni pedagogiche nel pensiero di Luigi Pareyson, Brescia 2004.
- Pareyson e l’estetica, in «Annuario filosofico» 27, 2011, pp. 31-145 (con contributi di F. Vercellone, U. Eco, P. D’Angelo, G. Vattimo, M. Cacciari, S. Givone, S. Oliva, R. Finamore).
- Riconda G., Esistenzialismo, ermeneutica e pensiero tragico. La proposta speculativa di Luigi Pareyson, in «Paradigmi» 28 (1992), pp. 13-35.
- Id. - Ciancio C. (a cura di), Il pensiero di Luigi Pareyson nella filosofia contemporanea. Recenti interpretazioni, Torino 2000 (con interventi di G. Modica, A. Di Chiara, F. P. Ciglia, R. Sega, M. Weiss, F. Russo, F. Tomatis, M. Gensabella Furnari, L. Bagetto, R. Longo, S. Giametta).
- Id. - Gamba E. (a cura di), Luigi Pareyson tra ermeneutica e ontologia della libertà, Torino 2010 (con contributi di V. Melchiorre, R. Finamore, M. Ruggenini, F.P. Ciglia, A. Fabris, E. Guglielminetti, F. S. Festa, G. Modica, M. Bozzetti, S. Marzano, M. Gensabella Furnari, L. Bagetto).
- Rosso A., Ermeneutica come ontologia della libertà. Studio sulla teoria dell'interpretazione di Luigi Pareyson, Milano 1980.
- Russo F., Esistenza e libertà. Il pensiero di Luigi Pareyson, Roma 1993.
- Sgreccia P., Il pensiero di Luigi Pareyson. Una filosofia della libertà e della sofferenza, Milano 2006.
- Stevenazzi A., Il “male in Dio”: rivelazione e ragione nell’ultimo Pareyson, Verona 2006.
- Tilliette X., Luigi Pareyson, a dieci anni dalla morte, in «La civiltà cattolica» III, 2001, pp. 365-378.
- Tomatis F., Ontologia del male. L’ermeneutica di Pareyson, Roma 1995.
- Id., Pareyson. Vita, filosofia, bibliografia, Brescia 2003 (con biografia, presentazione del pensiero e bibliografia analitica).
- Vattimo G., Pareyson dall’estetica all’ontologia, in «Rivista di estetica» 40-41 (1993), pp. 3-16.
Pagine o siti web dedicati
Centro Studi filosofico-religiosi Luigi Pareyson: http://www.pareyson.unito.it/