Augusto Guzzo

Napoli, 1894 - Torino, 1986


Vita e opere

 
Come professore di filosofia al liceo ha S. Maturi, scolaro diretto di B. Spaventa ed erede dei suoi manoscritti. Guzzo arriverà poi a dichiarare di avere ereditato proprio da Maturi le basi del suo pensiero: la concezione dell’oggetto come “altro” dello spirito; la concezione della realtà come un perenne crear forme; l’ispirazione religiosa. Da Maturi, inoltre, eredita l’attenzione a Bruno, Spinoza, Gioberti e Hegel. All’università di Napoli ha come professori A. Covotti, F. Masci, I. Petrone, G. Manacorda. Da quest’ultimo impara che il credere culmina nell’aspirazione alla comunione con Dio, comunione che ultimamente è mistero. La tesi di laurea I primi scritti di Kant (1746-1760), sotto l’incoraggiamento di A. Renda, viene pubblicata nel 1920 e poi apprezzata e accolta da P. Martinetti nella sua collezione «Isis». Conclusosi un periodo di insegnamento presso il liceo a Castellammare, Guzzo pubblica Il pensiero di Spinoza, Kant precritico e Il problema di Platone, nonché uno tra i suoi primi scritti più importanti sul piano teoretico, Verità e realtà, ottenendo la cattedra di Filosofia e Pedagogia alla Facoltà di Magistero a Torino. Significativo il discorso inaugurale, Apologia dell’idealismo, nel quale difende e giustifica l’idealismo dalle molteplici accuse degli avversari. Farà seguito l’elaborazione di un altro importante testo, stilato tra il 1925 e il 1928, Giudizio e azione, che marca un superamento rispetto a Verità e realtà.
Il 1928 segna il ritorno di Guzzo alla religione positiva, il passaggio dalla cosiddetta “prima” alla “seconda maniera”. In tale “seconda maniera” Guzzo avrebbe preso in maggiore considerazione la verità religiosa e con essa il riconoscimento che l’esigenza di intimità religiosa si presenta non come frustata, bensì come soddisfatta dalla religione positiva. Di tale periodo sono opere quali Il concetto di "individuazione" e il problema della morale (poi tradotto anche in tedesco per la rivista "Logos"), Agostino contro Pelagio, La «Summa contra Gentiles», I dialoghi del Bruno e Idealismo e Cristianesimo. Nel 1932 Guzzo passa alla Facoltà di Lettere di Pisa dove è subito nominato da G. Gentile direttore del Seminario di Filosofia. Data la scarsa intesa con il rettore dell’università di Pisa e professore di filosofia teoretica A. Carlini, Guzzo abbandona presto, dopo solo due anni, l’insegnamento a Pisa per far ritorno a Torino. Carlini si professava spiritualista, a dispetto di Guzzo che tendeva sempre più a una sua particolare forma di idealismo. Tra gli scolari di Guzzo durante questo periodo torinese vi è L. Pareyson che si laurea proprio con lui discutendo una tesi su Jaspers (tra gli altri, molti allievi vi saranno anche V. Mathieu e F. Barone). Dai corsi torinesi prende forma il volume Sic vos non vobis, il cui contenuto sarà poi ripreso in Sguardi su la filosofa contemporanea. Si dedica inoltre allo studio del pensiero di Pascal, tenendo a fine maggio 1942 la conferenza Il momento pascaliano della filosofia. Di questo periodo decisivo il saggio Perché idealismo?, conferenza con cui Guzzo inaugura la «Sezione veneta» dell’Istituto di studi filosofici e nel quale spiega per quale motivo si dichiari idealista e perché l’idealismo gli paia sostenibile.
Negli anni seguenti, Guzzo si dedica alla stesura dell’opera in sei volumi L’Uomo, il cui scopo è di definire un pensiero sistematico. Scritto in gran parte nei tragici anni della guerra (in cui Guzzo soffre anche l'inconsolabile dolore della morte della figlia Luisa), nel 1947 esce il primo volume: L'io e la ragione, in cui sono prese in esame le varie forme di esperienza, da quella scientifica sino alla religiosa. Guzzo infatti non parte che dall’autocoscienza, dall’accorgersi dell’uomo di sé stesso, per derivarne quindi la coscienza, mondo personale dell’uomo, e la conoscenza, l’altro dall’uomo. Negli anni successivi escono i rimanenti volumi del sistema. In La moralità (1950) viene sostenuto come sia proprio la moralità la condizione dell'esistenza di ogni azione e ricerca umana (pratica e teorica), la sola pertanto a poter essere a fondamento della civiltà nelle sue innumerevoli forme. Nel terzo volume del sistema, La scienza, le cui parti uscirono tra il 1951 e il 1955 oltre a ripercorrere le tappe principali della storia della scienza, Guzzo vede il problema di ques'ultima essenzialmente nella coordinabilità di scienze di puro pensiero quali le matematiche, con scienze d’osservazione e d’esperimento quali tutte quelle naturali. Quarto volume del sistema è L’arte (1962). Non c'è attività che Guzzo ritenga si possa esercitare senza arte e fare arte non significa semplicemente imitare la natura, ma crearne una nuova; immediato è l’originarsi della riflessione sul rapporto tra “trovare” e “fare”. Costituisce il quinto volume La religione: fenomenologia e filosofia dell’esperienza religiosa (1957 e 1963/64, vedi sotto). A chiudere l’opera sistematica è La filosofia: concetto, struttura, caratteri (1958 e 1961/62). Per Guzzo la filosofia è “consapevolezza critica” che accompagna tutte le attività illuminandole dal loro interno, “umana attività fra le umane attività”. Importante, nel dopoguerra, è anche la fondazione e direzione della rivista “Filosofia”. Tra le ultime imprese di Guzzo è infine la Storia della filosofia e delle civiltà, in cui sono riuniti in dodici volumi molti saggi sulle figure più rilevanti della storia del pensiero, dall’antichità fino all’epoca contemporanea. Toccante anche il ricordo della moglie, scritto subito dopo la morte di lei, nel 1974 (Vita di Cordelia Guzzo). Per un profilo completo della vita da cui evincere anche lo sviluppo complessivo del suo pensiero rimando a Grimi 2011. Per ulteriori informazioni bibliografiche cfr. Quarta 1975; De Maria 2012.
 

Il pensiero filosofico-religioso

 
Guzzo dedica molte pagine a tessere il profondo nesso che rintracciò tra realismo e idelismo, soffermandosi a lungo sul concetto di azione e poi di esperienza, in particolare estetica e religiosa. Guzzo individua due caratteristiche proprie del filosofare: l’esperienza e la ragione. Se la ragione alla coscienza è indubitabile e intuitiva immanenza, e così viceversa la coscienza rispetto alla ragione, l’esperienza è assunta per realtà, dal momento che si attesta da sé reale a sé medesima. E in questa esperienza, nell’operare della ragione, emerge la domanda che l’uomo è a sé stesso: "l’uomo è un’unità infinita, un’infinità, che dà vita a una moltitudine di finiti. La compresenza nell’uomo, anzi il vincolo, di infinità e finità è l’enigma, la magna quaestio, che l’uomo è a sé stesso: non può l’uomo non inquietarsene, e trascurare di domandare che cosa ciò importi e significhi".
Guzzo battezza questa sua prospettiva “nuova antropologia”. Egli lo fa dopo avere preso in considerazione le varie formulazioni utilizzate da critici e allievi per definire la sua filosofia, tra cui quella di G. Villa, suo scolaro, che utilizza l'espressione di “idealismo teistico”. Guzzo seppur ritiene esatta la formulazione, non vi si riconosce trovandola in parte incompiuta. Che nulla al mondo sia comprensibile o pensabile senza una Mente, capace di dare un senso persino a ciò che è malvagio o che appare illogico, è conseguenza e non compito proprio della filosofia. Né si riconosce nell’“idealismo trascendentale” avanzato da un altro suo giovane amico e scolaro, A. Zumaglini. Implicito in tale formulazione è il riferimento a Schelling, con il quale però Guzzo confessa di non avere affinità, e a Kant di cui invece è attento studioso. A differenza del filosofo di Königsberg Guzzo quando parla di gnoseologia intende tutti i concetti come interpretazioni trascendentalmente regolanti l’intero lavoro del far esperienza, e che quindi non interessa come nell’ottica kantiana i soli concetti a priori. Si tratterebbe pertanto in Guzzo di una trascendentalità regolativa delle idee della ragione e non della trascendentalità costitutiva attribuita da Kant alle categorie e alle intuizioni pure. Non sarebbe neppure azzeccata la dicitura “idealismo realistico” dal momento che Guzzo afferma trovare l’esse nel percipi di cui il suo percipere ne è il documento parlante. Il realismo in qualche modo così approvato non avrebbe però niente in comune con il tipico rinvio a una res materiale, indipendente da ogni mente. Un’altra formulazione proposta è “idealismo dialettico” ma anche rispetto a questa Guzzo è in disaccordo dal momento che significherebbe accettare un immediato rinvio a Hegel, mentre l’hegelismo a cui lui si ispira è quello del suo maestro S. Maturi che ne fa un uso dialettico con accenni a Platone e Bradley, ma del tutto differente sia nell’ispirazione che nei risultati dall’idealismo di Hegel. La formula che invece egli propone e pare volere privilegiare è quella di “nuova antropologia”, dal momento che centro di tutta la sua trattazione è lo studio sull’uomo teso alla ricerca della vocazione al vero e al divino che in lui vi sono. Guzzo nella maggior parte delle sue riflessioni non pone tanto l’accento sul dato concreto, reale, sulla causa, sull’origine di questo volger lo sguardo, quanto sullo spirito, su quella interiore presenza da cui muove, nella sua concezione antropologica, la filosofia.
In La religione: fenomenologia e filosofia dell’esperienza religiosa, ciclo di dodici conferenze che Guzzo tiene nel 1957 e poi rielabora e pubblica nel 1963-64 come "Memoria dell’Accademia delle Scienze di Torino", egli definisce la religione come l'incontro dell'aspirazione dell'uomo al divino con l'iniziativa che parte da Dio stesso di donare qualcosa di sé all'uomo, e propone un concetto di religione come esperienza religiosa. Il cristianesimo è presentato come unità del fatto storico di Gesù Cristo e del Logos eterno. La fede inoltre è considerata come “bisogno di fidarsi”, qualunque sia il contenuto a cui ci si aggrappi: infatti anche se l’uomo rifiutasse la religione, considerandola come qualcosa di vecchio, di superato, e si affidasse quindi a vane superstizioni con il risultato di cadere in grosse delusioni e in aspirazioni illuse, si ritroverebbe comunque a credere, ricominciando daccapo, in un ipotetico ideale di purezza della vita, in valori autentici da conquistare. Per Guzzo, a conclusione della sua filosofia della religione, l’uomo crede agli ideali che si rappresenta perché è Dio che lo illumina. Il bisogno di credere è come radicato nell’animo di ciascun uomo. Forte l’influenza di sant’Agostino, a cui Guzzo resta fedele sin dai suoi primi scritti. Così a proposito scrive B. Mondin: "La filosofia del Guzzo è chiaramente di stampo platonico-agostiniano, sia nel metodo (interioristico) sia nei contenuti, con la chiara affermazione del primato dei valori assoluti e perenni. Il suo obiettivo però non è quello di riesumare il platonismo alla lettera, postulando un mondo ideale e assiologico pluralistico (come faceva N. Hartmann), con un numero sterminato di esseri e di valori ideali. Ciò che egli vuole ripristinare è il platonismo-esigenza contro il platonismo-dottrina". Interessante anche quanto Guzzo mette in rilievo nella relazione presentata al convegno di Gallarate nel 1970 Filosofia e religione per cui conseguenza dell’estrema negazione della religione è il ritorno dell’uomo a Dio, all’affermazione di Dio, al bisogno di credere
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Elisa Grimi
 

 

Biblio-sitografia

 

Opere principali

  • P.B. Shelley, Hellas, trad. it. a cura di A. Guzzo, in «Don Marzio», 4 giugno 1918.
  • I primi scritti di Kant (1746-1760), Barca, Napoli 1920; «Isis», Milano 1921.
  • Il Cristianesimo nel Paradiso di Dante, Detken e Rocholl, Napoli 1921.
  • Linee di un saggio su la Russia, in «Russia», Napoli, I, 3, 1921.

  • Il problema di Platone, in «Giornale critico della filosofia italiana», settembre-ottobre 1923.
  • Il pensiero di Spinoza, Vallecchi, Firenze 1924; La Nuova Italia, Torino 1980.
  • Kant precritico, Fratelli Bocca, Torino 1924.
  • Verità e realtà. Apologia dell’Idealismo, Paravia, Torino 1925
  • Giudizio e azione, La Nuova Italia, Venezia 1928.
  • Il concetto di «individuazione» e il problema della morale, Edizioni de «L’Erma», Torino 1930; tr. ted. Der Begriff der Individuation und das moralische Problem, in «Logos», Band XXX, Heft 3, Italien-Heft, 1931, pp. 363-384.
  • La «Summa contra Gentiles», Edizioni de «L’Erma», Torino 1931.
  • Studi d’arte religiosa, Fratelli Bocca, Torino 1932.
  • I dialoghi del Bruno, Edizioni de «L’Erma», Torino 1932.
  • La persona umana e la vita morale, in «Annali della R. Scuola Normale Superiore», Lettere 1933.
  • Il concetto hegeliano nella storia della filosofia, in «Annali della R. Scuola Normale Superiore», Lettere 1933.
  • Agostino e il sistema della grazia, Edizioni de «L’Erma», Torino 1930; 2 ed, Agostino contro Pelagio, Edizioni de «L’Erma», Torino 1934.
  • Idealismo e Cristianesimo, 2 v., Loffredo, Napoli 1936.
  • Sic vos non vobis, 2 v., Loffredo, Napoli 1939-40.
  • Sguardi su la filosofia contemporanea. Spunti e contrattacchi, Perrella, Roma 1940.
  • Perché idealismo?, in A. Guzzo, La filosofia e l’esperienza e altri saggi, Perrella, Roma 1940, pp. 165-218.
  • «Aión» e «Chrónos» nell’arte e nella vita spirituale, in «Archivio di Filosofia», XI.I, 1941; poi in La vita dello spirito e il problema dell’arte, Fratelli Bocca, Milano 1951; e in Germinale. VI. Discorsi 1938-1940, Edizioni di Filosofia, Torino 1951, pp. 33-43.
  • La filosofia e l’esperienza e altri saggi, Perrella, Roma 1942.
  • A.Guzzo-M.Maresca-A.Masnovo-L.Stefanini-E.Trolio-G.Bontadini, La filosofia e i problemi dello spirito, Fratellli Bocca, Milano 1942.
  • Il momento pascaliano della filosofia, in «Archivio di Filosofia», XII, IV, 1942, pp. 314-353.
  • La filosofia domani: sensus sui, Fratelli Bocca, Milano 1943.
  • CXX Tesi su L’Uomo, in Filosofi italiani contemporanei, a cura di M. F. Sciacca, Marzorati, Milano 1946.
  • La vita morale, Antologia di scrittori moderni, a cura di A. Guzzo e E. Chiriotti, Loffredo, Napoli 1946.
  • Il fanciullo e il suo mondo, Antologia di scrittori moderni, a cura di A. Guzzo e E. Chiriotti, Loffredo, Napoli 1946.
  • L’Io e la ragione, Morcelliana, Brescia 1947.

  • Filosofi che si confessano, a cura di G.M. Sciacca, D’Anna, Messina 1948.

  • La moralità, Edizioni di Filosofia, Torino 1950.
  • Dopo la filosofia dell’esistenza, in Germinale. Discorsi 1938-1950, Edizioni di Filosofia, Torino 1951.
  • N. Bobbio-N. Abbagnano-A. Guzzo, I compiti della filosofia, Edizioni di Filosofia, Torino 1951.
  • La paura e il coraggio, Edizioni di Filosofia, Torino 1952.
  • A. Guzzo-A. Plebe (a cura di), Gli hegeliani d’Italia. Vera-Spaventa- Jaja-Maturi-Gentile, Società editrice internazionale, Torino 1953.
  • La scienza, Edizioni di Filosofia, Torino 1955.
  • L’uomo e la natura, in «Atti» XII Congresso internazionale di «Filosofia», settembre 1958.
  • Scritti critici e Studi d’arte religiosa, Edizioni di Filosofia, Torino 1959.
  • Le concept philosophique du munde, relazione agli Entretiens de l’Institut International de Philosophie, Oberhofen, 14 settembre 1960; poi in «Dialectica» (Zurigo), fascicolo dedicato a «Limites et critères de la connaissance», Entretiens de l’Institut International de Philosophie, Oberhofen (settembre 1960), 1962; poi in A. Guzzo, Etica e teoretica, Edizioni di Filosofia, Torino 1968, pp. 194-208.
  • Sapere scientifico e sapere filosofico, relazione al convegno di Padova, febbraio 1960; poi a cura di L. Geymonat-P. Filiasi Carcano- A.Guzzo, Sansoni, Firenze 1961.
  • Germinale. IV. 1938-1950, Edizioni di Filosofia, Torino 1961.
  • La filosofia: concetto, struttura, caratteri, Memorie dell’Accademia delle Scienze di Torino, serie 3a, tomo 5, parte II, n. 4, Accademia delle Scienze, Torino 1961.
  • Parva moralia, Edizione di Filosofia, Torino 1961.

  • Parva Aesthetica, Edizioni di Filosofia, Torino 1962.
  • La filosofia di fronte alle scienze, relazione introduttiva al XIX Congresso Nazionale di Filosofia, Bari- Lecce, 16-19 marzo 1962; in La filosofia di fronte alle scienze: Relazioni introduttive, Adriatica Editrice, Bari 1962, pp. 5-45.
  • L’arte,  Torino 1962.
  • La religione: fenomenologia e filosofia dell’esperienza religiosa, Memorie dell’Accademia delle Scienze di Torino, Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche, serie 4a, n. 6, 1964.
  • Cinquant’anni di esperienza idealistica in Italia, Cinque lezioni. Padova 14-18 maggio, Padova 1964.
  • Dante poeta d’amore, "Veltro"» 1965.

  • Etica e teoretica, Torino 1968.
  • Opus gallaratense, Padova 1971.
  • Storia della filosofia e della civiltà [Università di Parma, Istituto di scienze religiose]: 1. La Grecia prima di Socrate, Padova 1973; 2. Socrate e Platone, Padova 1973; 3. Dopo Platone, Padova 1973; 4. Primo Millennio, Padova 1974; Dopo il mille, Padova 1974.
  • Vita di Cordelia Guzzo, in «Filosofia», 1974.
  • Ripresentazione, difesa e interpretazione dell’opera L’Uomo, in "Filosofia", 1974, n. I, p. 28.

Scritti sull'autore e il suo pensiero religioso

  • AAVV, Augusto Guzzo, a cura di A. Plebe, M.F. Sciacca, L. Paryson, V. Mathieu, e Arlandi, Torino 1954. Recensione: https://www.jstor.org/stable/43067479?seq=1#page_scan_tab_contents
  • Anonimo, Lineamenti del pensiero filosofico di Augusto Guzzo, in "Filosofia e Vita", 1961, pp. 67-75
  • Alessio F.P, Studi sul neospiritualismo, Milano 1953, pp. 55-88.
  • Bottani L., L'oceano delle forme e l'interpretazione. Elementi della teoria dell'arte di A. Guzzo, in "Filosofia", 1988, pp. 155-165.
  • Cesa C., A proposito di Eugenio Garin e Augusto Guzzo, in "Giornale Critico Della Filosofia Italiana", 2008, pp. 412 ss.
  • De Maria A., Augusto Guzzo. La vita e le opere, Milano, 2012.
  • Di Lascia A., Augusto Guzzo: a Study in a Philosophical Anthropology”, in "Cross Currents", 1957, pp. 355-382.
  • Di Lascia A., L'antropologia filosofica di Auguto Guzzo, in «Rivista Rosminiana di Filosofia e di Cultura», 1960, pp. 124-137, 178-195.
  • Donatelli P., Augusto Guzzo, in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 61 (2004)  http://www.treccani.it/enciclopedia/augusto-guzzo_%28Dizionario-Biografico%29/
  • Ferrari P., Augusto Guzzo e l'indealismo. Originalità di una posizione, in "Sapienza", 1988, pp. 39-54.
  • Ferrari P., La Filosofia della religione in Augusto Guzzo: tematica e metodo, Milano 1984.
  • Filiasi Carcano P., L'evoluzione della scienza e la concezione della natura del pensiero in Augusto Guzzo, in "Giornale critico della filosofia italiana", 1958, pp. 510-540.
  • Giovanni G., Filosofia hegeliana e religione. Osservazioni su Sebastiano Maturi, Benevento, 2017.
  • Grimi E., L'idealismo di Augusto Guzzo, in Voci del Novecento, II, a cura di I. Pozzoni, Milano 2011, pp. 173-228.
  • Jolivet R., in M.F. Sciacca (a cura di), Les grands courants de la pensée mondiale contemporaine: les tendences principales, Milano 1961, pp. 779-784.
  • Marzola A., La concezione della moralità nel pensiero di Augusto Guzzo, Roma 1973.
  • Mondin B., Storia della metafisica, v. 3, Bologna 1998.

  • Quarta P.F., Augusto Guzzo e la sua scuola, Urbino, 1976.
  • Sainati V., Lo 'spiritualismo cristiano' e la sua formula dinastica: Carlini-Guzzo-Sciacca, "Giornale di metafisica", 1955, pp. 248-282
  • Sciacca M.F., La filosofia oggi, Milano 1954, vol. II, pp. 374-387.
  • Stella V., Aspetti e tendenze dell'estetica italiana odierna, in "Giornale di Metafisica", 1965, pp. 30-48.